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Vini rossi

Pignolo Eremita

Pignolo Eremita
Le uve dell’Eremita profonde e decise hanno un carattere selvaggio ed una valenza storica stampata a fuoco nella memoria del nostro territorio.

Vini rossi

Pignolo Eremita

Si narra che nell‘anno 800 l’eremita Alemanno si stabilì sull’altura di Rosazzo a condurre il suo ritiro spirituale. In quel luogo, circa duecento anni dopo, gli Agostiniani insegnarono alle popolazioni locali a coltivare la terra e in questo stesso luogo si trovano le prime tracce del vitigno Pignolo, risalenti alla fine del 1700. Chiamato “Pignul” in friulano, delicato e poco produttivo, sul finire del XIX secolo fu sul punto di scomparire e sempre a Rosazzo fu in seguito riscoperto e recuperato. Le uve dell’Eremita profonde e decise hanno un carattere selvaggio ed una valenza storica stampata a fuoco nella memoria del nostro territorio.

Nel 1983, sotto il muraglione dell’Antico Belvedere, ne fu messa a dimora una selezione massale del biotipo a foglia frastagliata, dal caratteristico piccolo grappolo a forma di pigna. La vendemmia è avvenuta il 23 settembre 2011. L’uva raccolta a mano in piccole cassette è stata diraspata e pigiata delicatamente per essere vinificata in tino tronco conico. Il vino è stato travasato in barrique di secondo passaggio dove è avvenuto un lungo affinamento che ha consentito di domare i tannini impetuosi, propri di questa rara ed affascinante varietà, ammorbidendone l’esuberanza. L’imbottigliamento è avvenuto il 14 dicembre 2019.
È un Pignolo di Rosazzo doc Friuli Colli Orientali.

Collezione Quattro Cru 2021 Livio Felluga

Dettagli

Caratteristiche sensoriali

Colore:

Nel bicchiere è austero, di un rosso granata non molto intenso, seppur profondo, con venature nerastre.

Naso:

Al naso, ampio ed intenso, la prugna secca precede una sensazione di mora rossa, di marmellata di marasca e di tamarindo custodite in un portasigari, seguita ancora da note di mirtillo, fiori di rododendro, felce, violetta e bacche di sambuco. I sentori poi virano sullo speziato tra pepe nero, chiodo di garofano, incenso e cannella. Tabacco da pipa, corniolo, inchiostro di china e profumo di tostatura del caffè chiudono il cerchio di un vino dalla grande vastità olfattiva.

Palato:

In bocca, il susseguirsi prorompente di aromi ritorna consegnando al palato un vino complesso e potente, che travolge, eppure è capace di grande freschezza con un tannino che resta protagonista, ma è fitto ed elegante, e una sapidità finale che esorta al secondo assaggio. Un vino che gioca con il tempo, quello che si prende, nell’attesa che vengano comprese tutte le evoluzioni al naso ed in bocca, per consegnare un quadro armonico con molteplici sfumature.

Abbinamenti:

Il tempo ritorna negli abbinamenti dove questo vino trova la sua massima espressione con cotture lente come brasati, carni da selvaggina, ragù, spezzatini. Quei piatti che ci riportano ad assaporare il valore dell’attesa e il recupero di un modo di vivere antico.

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In formato PDF la scheda del vino.

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